COME SIAMO ARRIVATI AL MATRIMONIO EGUALITARIO?

COME SIAMO ARRIVATI AL MATRIMONIO EGUALITARIO?

Rieccomi con la seconda puntata de “Matrimonio tra persone dello stesso sesso”!

La domanda di oggi è: Quanti diritti diamo per scontati senza chiederci da quando ne possiamo beneficiare e a che prezzo?
A giugno di quest’anno la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha approvato i matrimoni tra persone dello stesso sesso in tutto il Paese. Una conquista molto travagliata. Neanche 60 anni fa ai baristi americani era vietato servire da bere agli omosessuali. A Stonewall, nel 1969, i tre ragazzi, cui fu negato di bere in un locale pubblico, decisero di non andarsene a testa bassa, bensì di ribellarsi. Con loro presero posizione molti altri, eterosessuali compresi. Un anno dopo, il 28 giugno 1970, nell’anniversario della rivolta di Stonewall, si svolse una manifestazione chiamata Christopher Street Liberation Day, con l’obiettivo di reclamare diritti e dignità per tutti gli omosessuali e i transgender. Quello fu il primo Gay Pride della storia e oggi, a distanza di 45 anni, le parate dell’orgoglio Lgbt si tengono in numerose città del mondo e giugno è diventato il mese simbolo delle battaglie del movimento omosessuale.

Col passare del tempo, le manifestazioni si moltiplicarono e non fu più un tabù affrontare a viso aperto tale realtà. Una vera e propria svolta in un’America nella quale il 52% della popolazione tacciava gli omosessuali di comportamento immorale.

Nel 1983 Evan Wolfson, oggi procuratore e avvocato, si laureò in legge ad Harvard e scrisse la sua tesi sul diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso. La sua personale battaglia diventò strumento di riflessione per molti, tanto da venir considerato il padre fondatore dei movimenti a favore dei matrimoni egualitari.
Tra gli anni ’80 e ’90 si diffuse rapidamente il virus dell’HIV, di cui non esisteva cura ed era altamente mortale. Buona parte dei contagiati erano uomini omosessuali. Ciò aumentò esponenzialmente le discriminazioni per una categoria già penalizzata, tanto da definire il virus “cancro dei gay” o “immunodeficienza gay-correlata”.
Tuttavia, un movimento di apertura stava germogliando e l’America si è col tempo dimostrata sempre più pronta al riconoscimento dei diritti lgbt. I sondaggi che anni prima mostravano il 52% della popolazione unita nel considerare” immorale” l’unione omosessuale si sono trasformati in un 51% di favorevoli ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Insieme alla popolazione, anche la classe politica dà segnali positivi. Ma dobbiamo aspettare il 2004 per la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso nello stato del Massachusetts. Le prime a sposarsi furono due donne, fidanzate da 27 anni e con un figlio di 24.

Negli stessi anni, la legalizzazione del matrimonio egualitario si estende al continente europeo, a partire dal Belgio (2003) fino ad arrivare a Paesi quali Spagna (2005), Portogallo (2010), Danimarca (2012), Francia (2013), Regno unito (2014).

Nel 2010 Obama è il primo presidente a dichiararsi pubblicamente favorevole ai matrimoni gay, lanciando lo slogan “Love is Love”.

Questa digressione storica motiva il grande fermento delle associazioni a difesa dei diritti GLBT, che in un Paese come l’italia, all’alba del 2016, non vedono riconosciuti neanche i diritti civili più elementari. Vuole inoltre essere un monito a coloro che considerano il matrimonio egualitario più come un capriccio che come una vera e propria necessità.

 

Photo: Torino Pride 2015 di Eleonora Castelli Phosgraphis Studio è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work at http://www.eleonoracastelli.com/uncategorized/torino-pride-2015-human-pride-lo-stesso-si/

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